L’obbiettivo del presente studio è di mostrare, per mezzo di analisi demografiche ed economiche, come si ripercuoteranno sul risultato di ripartizione dell’AVS fino al 2060 la generazione del baby boom, l’aumento della speranza di vita, il saldo migratorio e il basso tasso di natalità.
Lo studio ha identificato il cosiddetto baby boom, vale a dire il periodo di forte natalità tra il 1942 e il 1973, come un fenomeno demografico ben isolabile: in una prima fase esso porta a un calo della quota degli anziani e, a partire dalla metà degli anni 2020 circa, ne provoca invece la forte crescita.
Senza il ricorso a misure che portino a un potenziamento a lungo termine del finanziamento dell’AVS, sino al 2060 il risultato di ripartizione di quest’ultima continuerà a scendere diminuire fino a diventare nettamente negativo. Lo studio espone le correzioni necessarie per compensare il risultato di ripartizione entro il 2060.
Gli stessi esperti portano ad esempio una possibile combinazione di provvedimenti: considerando gli effetti transitori concreti del baby boom, propongono la rapida introduzione di un supplemento provvisorio sui contributi salariali per finanziare le rendite AVS dei pensionati di quella generazione; per compensare i problemi strutturali di lunga durata, consigliano un innalzamento progressivo dell’età di pensionamento, accompagnato da un aumento graduale dell’imposta sul valore aggiunto. Una condizione essenziale per questo approccio è che l’indice misto, importante conquista per il costante adeguamento delle rendite all’evoluzione dei prezzi e dei salari, non venga toccato.