Sintesi
Situazione iniziale e obiettivo
In applicazione di un decreto federale, la Confederazione ha partecipato negli anni 2000-2006
con 39 milioni di CHF all’iniziativa comunitaria europea INTERREG III con l’obiettivo di
promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. In base ai risultati
della valutazione finale è stato redatto un resoconto sull’uso fatto di questi contributi.
Inoltre sono stati analizzati gli effetti finora ottenuti.
Per il promovimento della cooperazione transfrontaliera futura sono previste nuove strategie
(Nuova politica regionale in Svizzera, strategie dell’UE riguardanti le tematiche „crescita e
innovazione“ e „sviluppo sostenibile“). Ecco perché è stato valutato anche l’orientamento
strategico, al fine di garantire decisioni il più possibile fondate concernenti la pianificazione
della fase successiva di INTERREG.
La valutazione è incentrata sull’analisi degli effetti. A tal fine sono stati considerati oltre alle
prestazioni dirette fornite nell’ambito del programma (output) e l’uso che ne è stato fatto da
parte dei rispettivi gruppi target (outcome) anche gli effetti a lunga scadenza prodotti dal
programma (impact).
Il promovimento
Nell’ambito dei programmi INTERREG III Svizzera, la banca dati del SECO conta in tutto
492 progetti con partecipazione svizzera (data determinante 14.06.2006) per un totale dei
costi pari a 586,9 milioni di CHF. Di questi progetti, 465 hanno beneficiato di contributi
INTERREG stanziati dalla Confederazione per un ammontare di 32,5 milioni di CHF. Il totale
dei costi dei progetti sostenuti dalla Confederazione tramite i contributi INTERREG, tenuto
conto di tutte e tre le sezioni, è stato coperto dai seguenti cofinanziamenti: 240,8 milioni di
CHF (43%) provenienti dall’UE, 216,5 milioni di CHF (39%) da partner stranieri e 103,8 milioni
di CHF (18%) dalla Svizzera. In ognuna delle sezioni predominano gli attori privati. La
partecipazione delle imprese, invece, risulta inferiore a causa dei costi notevoli di transazione
e all’onere amministrativo.
La maggior parte dei contributi INTERREG stanziati dalla Confederazione è destinata ai
quattro programmi regionali della sezione A, i quali vantano una lunga tradizione di cooperazione
transfrontaliera. Comunque, i fondi messi a disposizione non sono assolutamente
bastati per soddisfare l’interesse dei promotori di progetto. Nonostante i timori espressi già
nell’ambito della valutazione intermedia, tuttavia non è stato necessario bloccare completamente
tutti i progetti con partecipazione svizzera, dal momento che è stato possibile compensare
i contributi federali mancanti mediante un ampio impiego di mezzi propri e un
maggior coinvolgimento dei Cantoni.
VI Arbeitsgemeinschaft IDT / CEAT / ÖAR 2006
Quanto all’esecuzione dei programmi IIIA, la regionalizzazione ha fornito risultati sostanzialmente
positivi. Tuttavia, la raccolta e lo scambio di dati relativi all’esecuzione del programma
tra i coordinatori e il SECO non seguono sempre regole chiaramente definite, il che
complica in alcuni casi la valutazione degli effetti.
Gli effetti ottenuti tramite il promovimento di INTERREG
Per quanto riguarda gli effetti, INTERREG III va considerato quale programma trasversale
focalizzato sulla (micro) integrazione. L’effetto primario di INTERREG sono i contatti e la
creazione di rapporti di fiducia. Su questa base, INTERREG può fungere da strumento di
politica economica regionale oppure di assetto del territorio. Lo sviluppo di reti sostenute da
INTERREG III sono di regola di carattere interdisciplinare e operano in maniera pragmatica
orientata verso la soluzione di problemi. Non esiste alcun dubbio, dunque, che la componente
politica integrativa di INTERREG sia di grande rilevanza per la cooperazione territoriale
servendo da base per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti nell’ambito della politica
regionale e della politica di assetto del territorio.
Secondo l’analisi degli effetti, il miglioramento delle condizioni quadro costituirebbe
l’aspetto centrale degli effetti economici regionali del programma (creazione di „eurocompetenza“,
scambio di esperienze, sfruttamento di complementarità, sviluppo di conoscenze
comuni e – in particolare nell’ambito di IIIA – economie di scala e risparmi sui costi oppure
iniziative mantello). Il fatto che gli impulsi di una crescita diretta siano rilevabili solo in misura
ridotta, va considerato in genere in relazione alle risorse disponibili. INTERREG non
intende promuovere infrastrutture atte a produrre effetti diretti, inoltre sono poche le PMI
coinvolte (onere amministrativo, sovvenzioni limitate per ragioni concorrenziali).
Quanto alla politica di assetto del territorio si presenta una situazione analoga: per lo sviluppo
di strategie ci vuole una cerchia di attori. In tale contesto, INTERREG svolge un ruolo di
centrale rilevanza permettendo di allacciare nuovi contatti e di stabilire rapporti di fiducia.
Grazie alla cooperazione già esistente in passato, è stato possibile concludere accordi concreti
e svolgere attività congiunte nell’ambito di IIIA. Le sezioni IIIB e C erano incentrate soprattutto
sul dialogo tra specialisti e sullo scambio di conoscenze. A causa della cooperazione
esistente da poco tempo e delle strutture piuttosto piccole, è stato possibile contribuire soltanto
in maniera indiretta e svolgendo attività di carattere preparatorio al raggiungimento
degli obiettivi perseguiti dalla Confederazione in materia di sviluppo territoriale. Verso la
fine del programma sono stati avviati progetti strategici, tra l’altro allo scopo di preparare il
terreno per la messa a punto di strategie utili alla pianificazione dei nuovi programmi. Inoltre
la partecipazione a INTERREG ha permesso alla Svizzera di accedere al programma ESPON,
nell’ambito del quale vengono discusse a livello politico le questioni riguardanti lo
sviluppo territoriale europeo.
Arbeitsgemeinschaft IDT / CEAT / ÖAR 2006 VII
Dall’analisi degli effetti risulta in particolare per i programmi IIIA che la scarsità dei contributi
ha permesso di sostenere soltanto un numero abbastanza modesto di progetti relativamente
piccoli, mentre una partecipazione finanziaria più forte della Svizzera ai programmi
INTERREG avrebbe sicuramente offerto maggiori opportunità. Gli effetti leva ottenuti grazie
ai contributi federali scattano soprattuto in relazione alle esigenze elevate concernenti
l’obbligo di cofinanziamento. Tuttavia, sono proprio queste esigenze a ostacolare qualvolta
lo sviluppo di progetti in genere oppure lo sviluppo di un maggior numero di progetti. La
scarsità dei contributi federali impedisce l’elaborazione di nuovi progetti, in particolare
nell’ambito di programmi binazionali (p.es. Italia-Svizzera). Verso la fine dei programmi è
stato possibile realizzare diversi progetti sebbene le risorse federali fossero state esaurite. Tra
l’altro ciò è dovuto al fatto che i Cantoni si sono assunti una parte del cofinanziamento, senza
tuttavia potere o volere coprire tutti i costi. In alcuni casi anche i promotori di progetto hanno
partecipato maggiormente al finanziamento. Si può comunque affermare che in genere
l’effetto leva esercitato sui fondi privati non abbia raggiunto proporzioni notevoli.